Crema News - Nessuno serva due padroni Don Natale Grassi Scalvini

Cremasco, 21 settembre 2025

XXV Domenica ord. C​​

 La Parola: ​​Am 8,4-7  Sal 112 1Tm 2,1-8  Lc 16,1-13

 Dal Vangelo secondo Luca ​Lc 16,1-13

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Parola del Signore

 

(Don Natale Grassi Scalvini) Tutti abbiamo qualche amico che quando incontriamo non solo ci racconta tutto quanto gli è successo nell’ultima settimana e con abbondanza di particolari, ma di solito la prende anche un po’ alla larga prima di arrivare al nocciolo del racconto. Oggi mi pare che anche Gesù si comporti così. Ma in realtà sappiamo che la colpa non è sua ma innanzitutto dell’evangelista Luca, che ha raccolto diverse parabole e detti del Signore sullo stesso tema, ma poi soprattutto dei liturgisti che, dubitando della nostra capacità di comprensione, abbondano nel presentarci la parola del Maestro.

In effetti dopo aver sentito tre o quattro parabole sul tema della ricchezza alla fine arriva la frase lapidaria: non potete servire Dio e la ricchezza. E allora, dillo prima! Bastava questo! Non mi sembra difficile da comprendere ed è anzi tremendamente espressiva, non lasciando dubbi di interpretazione come potrebbero esserci invece nei racconti delle parabole. Il primo e fondamentale punto che il Signore Gesù vuole ribadire, perché in realtà tutti noi già sappiamo che è davvero così, è la constatazione innegabile che noi uomini dobbiamo servire qualcuno.

Come dice anche Bob Dylan in una sua famosa canzone potrebbe essere il diavolo oppure il Signore, ma tutti noi dobbiamo servire qualcuno: cerchiamo di scegliere bene. L’invito di Gesù a scegliere e seguire Dio invece che la disonesta ricchezza mi sembra fin troppo esplicito e perentorio. Oltretutto lui ci conosce bene e sa che comunque un certo attaccamento alla ricchezza e l’impegno quotidiano per poterci assicurare un po’ di benessere e tranquillità economica non manca a nessuno di noi. Per questo sembra quasi suggerire la via giusta per superare questo nostro esagerato interesse per la ricchezza materiale: secondo lui dobbiamo infatti servircene per aiutare i nostri fratelli ed arricchire davanti a Dio, assicurandoci così un positivo riscontro da parte sua perché dimostriamo col nostro comportamento di aver capito che cosa conta davvero di più nella vita. E sappiamo bene che la disparità nel possesso dei beni non è un ostacolo. Chi possiede di più potrà dare di più ma ciò non toglie che anche chi non ha molto può sempre trovare il modo di riconoscere i doni ricevuti da Dio, anche quelli materiali, e quindi fare in modo di condividerli con chi ha bisogno o è nella necessità. In un mondo come il nostro così servo, anzi schiavo del denaro e della ricchezza materiale, noi cristiani siamo chiamati ad essere testimoni credibili che il nostro vero bene non si esaurisce nel possedere tante cose. Specialmente noi che facciamo parte del cosiddetto primo mondo, quello più benestante e ricco di beni materiali e spirituali, dobbiamo davvero sentirci ingaggiati da Signore in una lotta quotidiana contro lo spreco e l’uso egoistico dei beni della terra così da mostrare a tutti come sia possibile vivere con serenità anche l’abbondanza di beni materiali quando li sappiamo usare per fare del bene ai fratelli. Così facendo riuscire ad assomigliare sempre di più al nostro Padre buono diventando sempre più suoi figli amati, pronti a rendere buona testimonianza al suo amore con le nostre concrete opere e attenzioni quotidiane.