Crema News - Il Signore, nostro compagno di viaggio Don Natale Grassi Scalvini

II Domenica Avvento A​ ​

 La Parola: ​​Is 11,1-10  Sal 71  Rm 15,4-9 Mt 3,1-12

 Dal Vangelo secondo Matteo ​​Mt 3,1-12

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: "Abbiamo Abramo per padre!". Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) La figura e il messaggio di Giovanni il Battista mi han ricordato, abbastanza sorprendentemente, una figura dei nostri giorni molto importante per la vita quotidiana di tutti noi anche se molto lontana dal mondo religioso e di fede che stiamo vivendo in questo momento. Mi riferisco al grande inventore e genio dei computer, Steve Jobs, che ci ha lasciato da alcuni anni e al quale siamo debitori di una delle diavolerie più importanti della nostra società, quel piccolo gioiellino dello smartphone che ha letteralmente cambiato la vita a miliardi di persone, e certamente in qualche misura anche a tutti noi. I due personaggi, pur cosi diversi e lontani nel tempo e nello spazio, mi sembrano però molto vicini per una idea di fondo che ha guidato le scelte della loro vita e che è stata al centro del messaggio da loro lasciato in eredità: bisogna imparare a liberarci dalle cose inutili e puntare sull’essenziale.

Un solo cenno per comprendere come anche Steve Jobs nella sua invenzione del telefonino non sia stato guidato dall’idea di aggiungere cose e permettere così al suo giocattolino di fare chissà quante cose mirabolanti e necessarie, ma piuttosto l’importante era proprio lo scopo di diventare agile, veloce, semplice, un ‘gioco’, una rivoluzione leggera, senza tante cose complicate e difficili ma pronta all’uso per tutti.

La stessa idea è quella che guida anche il messaggio e la predicazione di Giovanni il Battista: per prepararci adeguatamente ad accogliere Gesù non dobbiamo preoccuparci di avere chissà quante cose nella nostra vita e neanche nel nostro bagaglio di fede. Il primo passo che suggerisce è proprio quello di liberarci dai pesi inutili, innanzitutto dai nostri peccati e da tutto quell’orgoglio che riempie le nostre menti e che ci impedisce di riconoscere la presenza di Gesù in mezzo noi, sia nei momenti liturgici come nei fratelli che possiamo incontrare nella nostra vita

.Anche l’immagine del fuoco con cui il Messia brucerà la paglia di tutte quelle nostre certezze ed illusioni basate sul niente e semplicemente sulle nostre piccole capacità di bene, in realtà vuole richiamarci davvero alla inutilità di quanto noi crediamo così importante e decisivo per la nostra vita.

Certo lui ci chiede dei frutti concreti come testimonianza della nostra conversione e del nostro sincero desiderio di andare incontro al Signore Gesù. Ma sembra proprio preoccupato soprattutto di trovare in noi un cuore libero e puro, sciolto dai legami col peccato e con le nostre cattiverie quotidiane, pronto a portare frutti buoni perché libero da tutte quelle costrizioni e brutte abitudini che frenano tutto i nostri buoni slanci d’amore.

Con domani, cioè con la festa dell’Immacolata concezione della Vergine Maria, entriamo nel periodo ormai vicinissimo al Santo Natale. Le cose dovrebbero ormai essere pronte, abbiamo preparato il calendario con le scadenze, anche quelle religiose con il classico concerto di Natale, il presepe e le lucine che ci richiamano al mistero: manca solo la nostra reale partecipazione di mente e di cuore all’evento decisivo della storia umana. Cominciamo davvero a preoccuparci dei frutti buoni che il Signore Gesù si aspetta da noi, in modo da essere anche noi, come i tanti personaggi del presepe, pronti ad andare a lui con qualcosa in mano, consapevoli che lui da noi non cerca cose ma solo e tanto amore, verso di lui e verso tutti i nostri fratelli, quelli di casa nostra e tutti quelli attorno a noi, che sempre ci indicano che il Signore è davvero diventato uno di noi e vuole essere compagno di viaggio nel nostro cammino verso il regno dei cieli.